In questo articolo parleremo dell’epicondilite, popolarmente nota anche come “gomito del tennista”.

L’epicondilite è una infiammazione che interessa i tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio al gomito (epicondilo laterale).

E’ un disturbo piuttosto comune ed è causato dall’uso continuato e ripetitivo del gomito e colpisce maggiormente la fascia di età compresa tra i 25 e i 55 anni.

Essendo una patologia causata da un eccessivo carico funzionale, si verifica maggiormente in tutti quei soggetti che per sport o per lavoro sono portati a compiere lo stesso movimento coinvolgendo l’articolazione del gomito.
E’ proprio per questo che in negozio si presentano pazienti affetti da epicondilite, che svolgono professioni o svaghi completamente diversi gli uni dagli altri.

Facciamo alcuni esempi:

i tennisti, i giocatori di paddle o di ping pong
i musicisti
i pittori
i parrucchieri
i cuochi
i muratori
i sarti
i baristi
i lavoratori che utilizzano il mouse
e tante altre professioni..

Quali sono i sintomi e come viene fatta la diagnosi da parte del medico?

Il sintomo principale che spinge il paziente a recarsi dal medico è il dolore al gomito; lo specialista, prima accerta la provenienza del dolore eseguendo una palpazione diretta e andando a ricercare segni di tumefazione locale, poi prenderà in esame il lavoro svolto e lo sport praticato.
Se ancora vi è qualche dubbio si può ricorrere ad una ecografia muscolo tendinea e ad una radiografia dell’articolazione del gomito.

I trattamenti

La prima cosa che andrebbe fatta è il riposo, evitando l’attività che ha causato l’epicondilite.
Talvolta però non è possibile fermarsi del tutto dalla propria attività lavorativa e in questo caso il problema potrebbe ulteriormente prolungarsi ed aggravarsi.

Il consiglio principale è quello di utilizzare durante tutta la giornata, un tutore specifico dotato di pressore che, posizionato in corrispondenza dell’ epicondilo, scarica la zona muscolo tendinea del gomito con un effetto antalgico e preventivo.
Altri trattamenti utili sono l’utilizzo di ghiaccio per ridurre l’infiammazione, l’uso di antidolorifici per alleviare il dolore, cicli di tecarterapia e di ultrasuoni.
Se il dolore diventa invalidante e neanche con i trattamenti conservativi si risolve il problema, si può ricorrere al trattamento chirurgico.