Chi vive o ha vissuto a Genova e in Liguria non può non conoscere i cannelli di zolfo. Si tratta di un antico rimedio popolare ligure per i dolori al collo, che le generazioni dei nostri genitori e dei nostri nonni usavano molto di frequente. Alzi la mano chi, lamentandosi per un torcicollo, non si è mai sentito proporre un cannello di zolfo come rimedio!

Questo rimedio è rimasto ben ancorato nelle tradizioni liguri, e può essere ancora trovato in farmacia, emporio o erboristeria. Il fatto di avere una diffusione prevalentemente locale fa sì che i cannelli di zolfo siano praticamente introvabili fuori regione, con alcune eccezioni. Ci sono fonti discordanti sulla loro origine: secondo alcuni i massicci traffici commerciali tra Genova e il Sud America nel XIX secolo fecero scoprire ai marinai questo prodotto, che fu poi importato a Genova. Secondo altri è stata invece la migrazione dei genovesi, con l’America latina tra le mete privilegiate, a fare sì che tale usanza si diffondesse anche in quei paesi. Non è infatti raro trovare i surfanetti (così il loro nome in dialetto genovese) anche in paesi come Argentina o Uruguay.

Dopo questo excursus storico vediamo in cosa consistono questi cannelli di zolfo e quali sono loro principali proprietà e modalità di utilizzo.

Si tratta di piccoli cilindri, della lunghezza di circa 9 o 10 cm e del diametro di 2-3 cm, di colore giallo o verde acqua, che si usano strofinandoli e facendo pressione sulla parte del corpo che ci fa male (principalmente il collo). Il loro uso è sempre stato molto comune per il torcicollo: vengono infatti sfregati o fatti rotolare sulla parte interessata, esercitando una leggera pressione. Dopo qualche minuto il cannello si spezza, sprigionando un leggero crepitio, ed il cannello ha fatto il suo dovere. Lo spezzarsi, infatti, esaurisce le proprietà dello zolfo in quanto le due parti spezzate hanno perso la loro efficacia.

Quale è il beneficio dato dal loro uso? Anche su questo ci sono diverse interpretazioni. Secondo alcuni il loro beneficio è dato dalla tecnica di utilizzo, quella dello strofinamento, che potrebbe alleviare i dolori al collo. Altri invece sostengono che lo strofinamento catturerebbe l’elettricità statica presente nelle parti doloranti, o che l’azione del candelotto potrebbe assorbire l’umidità nella parte strofinata. Una ulteriore spiegazione è data dal calore prodotto dallo sfregamento, che avrebbe beneficio sulla diminuzione del dolore nelle parti interessate.

Probabilmente il tutto è un mix di questi fattori: fatto sta che sono tantissime le persone che nel corso degli anni (ma possiamo dire anche dei secoli!) sono ricorse a questo rimedio trovando sollievo ed allontanando per un po’ il dolore.

I cannelli di zolfo sono un prodotto caratteristico, se vogliamo anche un po’ un retaggio della storia genovese, fatta di commerci, rapporti con posti lontani, migrazioni e contaminazioni, una storia affascinante racchiusa in piccoli cilindri di dieci centimetri!