Il saturimetro è un dispositivo portatile che serve per misurare il livello di ossigeno nel sangue ed è quindi in grado di andare a rilevare la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue periferico.

Vediamo meglio cos’è e come funziona.

Come funziona il saturimetro?

Il saturimetro è uno strumento di dimensioni molto contenute che viene usato in ambito sanitario per misurare il livello di ossigeno presente nel sangue e serve al personale per intervenire qualora i valori scendano al di sotto dei livelli di sicurezza. Oltre all’ossigenazione del sangue la sua funzione è anche quella di misurare la frequenza cardiaca. Si tratta quindi di uno strumento molto piccolo ed utile per avere il polso di due elementi molto importanti per la nostra vita. È una sorta di molletta, che si applica al dito, collegato ad un display.

Il dito è a contatto da un lato con una sonda e dall’altro con il rilevatore, la sonda emette radiazioni luminose a diversa lunghezza d’onda. La luce viene assorbita dall’emoglobina in maniera diversa e proprio sfruttando questa differenza di assorbimento l’apparecchio è in grado di calcolare la saturazione del sangue.

Il funzionamento su cui si basa il saturimetro è quello della spettrofotometria che prevede la presenza di due diodi fotoemettenti e di un rilevatore.

I due diodi emettono fasci di luce a precise lunghezze d’onda che attraversando tutti i tessuti del dito, arrivano al rilevatore posizionato sul lato opposto del saturimetro.

Durante questo tragitto le radiazioni luminose vengono assorbite dall’emoglobina in modo differente:

  • L’emoglobina legata all’ossigeno assorbe soprattutto la luce infrarossa;
  • L’emoglobina non legata, invece, assorbe la luce rossa.

Grazie a questa differenza di assorbimento, l’apparecchio è in grado di rilevare il valore di saturazione dell’ossigeno.

Ricordiamo che in condizioni normali il livello di emoglobina è tra il 95 ed il 100%, e sotto il 90% si è in presenza di una ipossia, una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue.

Come mai questo strumento è stato collegato alla pandemia del Coronavirus?

Come sappiamo, il Coronavirus si manifesta anche con una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue. Il possesso di questo strumento è stato raccomandato dalla Federazione dei medici di famiglia per le persone positive al virus e che si trovano a casa, in quanto utile per l’automonitoraggio. Va aggiunto che il saturimetro non è indispensabile, come dichiarato dai medici, per chi non è positivo al virus.

A cosa serve il saturimetro? In quali casi ci può aiutare?

Il saturimetro può essere molto utile per vedere se siamo in condizione di ipossiemia, cioè la concentrazione dell’ossigeno nel sangue è sotto il livello ottimale. Tra il 91 ed il 94% siamo in lieve ipossiemia, tra l’86 e il 90% l’ipossiemia è moderata, dall’85% in giù siamo in grave ipossiemia.

Questo strumento ci dà così importanti informazioni sulla nostra funzionalità respiratoria e sulla frequenza cardiaca, oltre che i parametri di pazienti affetti da malattie delle vie aeree, come bronchite cronica, asma bronchiale, polmonite, BCPO (broncopneumopatia cronica ostruttiva)

Quali sono i suoi vantaggi e gli svantaggi?

Il saturimetro presenta moltissimi vantaggi. Innanzitutto le sue dimensioni, molto piccole, ne fanno uno strumento utilizzabile anche in ambito domestico.

Il suo utilizzo poi è molto semplice e può essere fatto anche autonomamente, senza il bisogno di personale sanitario. Oltre al grado di saturazione del sangue può essere misurata anche la frequenza cardiaca e la misurazione non è invasiva ed è assolutamente indolore.

Gli unici svantaggi derivano dal fatto che la corretta misurazione della saturazione di ossigeno può avvenire solo in determinate condizioni ed in alcuni casi la lettura può essere alterata. È il caso della vasocostrizione periferica, con una maggiore concentrazione di sangue nelle mani, nei piedi o nelle dita e l’anemia, in cui un’eventuale ipossiemia non può essere rilevata dal saturimetro.